La strage di Natale

La sera del 23 dicembre 1984, il rapido Napoli - Milano è strapieno di gente. Famiglie che partono per le vacanze, lavoratori che raggiungono i parenti per Natale: il vociare di ragazzini, lo sferragliare delle ruote, i corridoi affollati di passeggeri. Sulle griglie portapacchi sono ammassate valigie, scatole di cartone, borse di tela. In un bagaglio come tanti è nascosto un ordigno esplosivo. Alle 19:08 il treno entra nella galleria tra Vernio e San Benedetto: 18 kilometri, la più lunga d’Italia. Una forte esplosione, il fumo. Muoiono in 15. Stando alle sentenze giudiziarie, quello del Rapido 904 è il primo attacco terrorista della mafia, quasi dieci anni prima degli attentati a Falcone e Borsellino, e poi a Firenze, Roma e Milano. Ma chi sono i complici della strage? È a questo punto che la storia si tinge di giallo e ha una scia imprevista, fatta di premonizioni, morti misteriose, sentenze inspiegabili, pentimenti e depistaggi. Le indagini portano a Napoli, ad un clan del rione Sanità, ma anche a Roma, la Roma della banda della Magliana, della banca Vaticana, dei faccendieri, dell’eversione nera e dei servizi. Una rete di rapporti inquietante, sulla quale non è mai stata fatta chiarezza.